domenica 26 settembre 2010

Urla e Litigi in Tv Fanno Male al Paese

DI MARCO CANESTRARI

litigi

Abbiamo già visto, nella serie di articoli su “come si controllano le masse nei paesi democratici”, che per favorire le dinamiche primitive delle masse e poterle controllare, è indispensabile proporre e stimolare il più possibile, modelli di pensiero che siano primitivi, egocentrici, impulsivi ed aggressivi e allo stesso tempo si devono ridurre tutte le indagini razionali al battibecco personale e al gossip, abbassando la discussione all’attacco personale. Insomma, nei paesi in cui le masse sono controllate c’è sempre un alto livello di stress e forti spaccature sociali. Una vetrina dove tutti sono contro tutti nell’esprimere la parte più bassa dell’emotività umana con i metodi del branco, dell’arena o del linciaggio in diretta. Rabbia incontrollata, litigi, urla, offese e sopraffazioni devono essere all’ordine del giorno.

Vediamo ora quanto risulta da vari studi di Comunicazione Perbene, una associazione che si batte per l’ecologia nella comunicazione, che ha intervistato ben 130 esperti tra psicologi, psicopedagogisti, sociologi ed esperti di media, e ha condotto un monitoraggio del web e delle reti nazionali per individuare che spazio hanno, ogni giorno litigi, risse, comportamenti e atteggiamenti aggressivi e diseducativi all’interno dei media. “Di fatto il piccolo schermo ha una incredibile capacità di influenzare comportamenti e atteggiamenti, nel bene e nel male. E una Tv dove ogni giorno in decine di trasmissioni mostrano una sorta di arena dove a dominare sono liti e violenza non è certo una buona maestra” - dice Saro Trovato, presidente dell’associazione. La ricerca indica che litigi, insulti, urla e il sovrapporsi agli altri fanno male e possono avere effetti anche gravi soprattutto sul pubblico dei più giovani. Il continuo bombardamento di questi modelli sbagliati e di gesti di intolleranza possono portare ad un aumento dell’aggressività, all’insorgere di stati d’ansia, per arrivare a intolleranza e persino sociopatie.

A preoccupare, come sostengono gli esperti intervistati, è soprattutto l’atteggiamento di routine con cui vengono accolte le manifestazioni più estreme, come litigi, insulti e prevaricazioni, cosa che crea una sorta di complicità con lo spettatore e contribuisce a far entrare a tutti gli effetti la rabbia incontrollabile nel comportamento comune. Per otto esperti su dieci il piccolo schermo si trova in una situazione da allarme rosso, e i comportamenti che si verificano più spesso e che andrebbero azzerati sono soprattutto: i continui litigi, l’ormai diffusa abitudine di scambiarsi insulti, le urla e il sovrapporsi agli altri impedendo di fatto all’altra parte di esprimere il proprio parere. A sorpresa, i TG sono le trasmissioni dove si registra la più alta densità di comportamenti diseducativi (in media ben 1 ogni 3 minuti), Seguono a ruota le trasmissioni legate alla politica e all’attualità (1 ogni 7 minuti), segnalate dalla maggior parte degli esperti come “ad altissimo rischio”.

Il primo posto nella classifica dei modelli da non imitare spetta alle figure che, almeno teoricamente, avrebbero il compito di guidarci verso un miglioramento del benessere collettivo: i politici, da non imitare assolutamente anche in fatto di atteggiamento. Per i politici ormai il dibattito sembra doversi trasformare perennemente in rissa e in derisione dell’avversario. A seguire, opinionisti e reality dove il litigio, gli insulti e persino i gesti di aggressione a chi la pensa diversamente, sembrano una regola. Per gli esperti l’aggressività si riversa anche nella rete, che è diventato un terreno di scontro, dove il “pubblico” prende parte in modo attivo a litigi, insulti e risse.

In sostanza, emerge una situazione che gli esperti giudicano molto rischiosa e che secondo la maggior parte do loro potrebbe avere serie ripercussioni, soprattutto sui bambini e gli adolescenti. Alla base di questa preoccupazione la “forza” che la Televisione ha come modello e nell’influenzare comportamenti ed atteggiamenti, ecco allora che il continuo bombardamento di liti, urla e gesti di intolleranza, possono infatti portate ad un aumento dell'aggressività, che ormai viene vissuta come un atteggiamento “normale”. Non solo, la continua tensione che emerge tra “i grandi” che vedono in Tv potrebbe provocare in molti piccoli spettatori l’insorgere di stati d’ansia e di forte stress e sicuramente una crescita dell'aggressività e dell’intolleranza nei confronti di chi non la pensa allo stesso modo, proprio come avviene sul piccolo schermo. Allo stesso modo la raffigurazione di un mondo degli adulti dove la parola d’ordine sono le liti e le aggressioni potrebbe essere alla base di vere e proprie sociopatie che si svilupperanno con il tempo e che rischiano di creare disagi per anni e anni.

Da un ulteriore ricerca della stessa associazione tanti spettatori pure giovani chiedono una tv nuova con meno insulti e intolleranze. Emerge da un'analisi di 1.470 mail chieste sui palinsesti previsti per il 2010. Per l'87% la tv generalista andrebbe totalmente rivoluzionata in toni e tipologia dei programmi. Gli italiani non vogliono più vedere programmai con litigi e risse (insopportabili per il 71% dei soggetti che hanno partecipato al sondaggio) o quelli che esaltano e propongono come modelli vincenti la mediocrità e l’ignoranza, dove per uscire vincitori vale di più il non saper fare nulla o dove vengono esaltate la prepotenza e l’intolleranza verso chi non la pensa allo stesso modo. I programmi out per eccellenza sono i reality, giudicati pericolosi, i quiz che regalano cifre stratosferiche e quelli che si vince solo con la fortuna. Inoltre: i telegiornali andrebbero rivisti e le trasmissioni sportive che prevedono dibatti continui, ridotti.

FONTE: COMUNICAZIONE PERBENE

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