mercoledì 14 settembre 2011

Saper Cambiare

DI MANUELA GARREFFA

cambiare

Il consumo critico e responsabile è una grande arma ed è anche un dovere come cittadini, la partecipazione sociale e politica è una cosa talmente importante che se non la pratichiamo stiamo distruggendo la democrazia. Però bisogna anche considerare che ogni cosa nasce dal pensiero, dagli atteggiamenti verso la vita, dai sentimenti.

Quanto tempo dedichiamo ad immaginare attivamente (intendo dire visualizzare, dare per certo, sperare con positività) un futuro migliore, un futuro di pace e solidarietà, un futuro di abbondanza di prodotti alimentari per tutti e di sostenibilità per l'ambiente? Se i nostri pensieri sono negativi o sfiduciati dobbiamo controllarli e fare qualche esercizio mentale per permetterci di credere in un futuro diverso. Altrimenti le nostre azioni anche se positive avranno una percentuale di effettività limitata. Ogni cosa che esiste è prima stata pensata, diceva qualcuno. Io invito chiunque non abbia dimestichezza con questo tipo di atteggiamento costruttivo a pensare a qualcosa di materiale o comunque di nuovo che ha potuto ottenere in passato: un'attività di lavoro, una relazione, un figlio, un orto o giardino fiorito... tutte queste cose non si sarebbero potute realizzare senza prima pensarle intensamente. Quindi pare che il pensiero crei. Non vale solo un'azione ma anche il sentimento che la accompagna. Ricordo una storiella araba che parla di un signore che si occupava in tutto e per tutto della propria madre finché questa morì. Una volta morto anche lui, non riuscì però ad entrare in Paradiso. Chiedendo perché si sentì rispondere: "I tuoi vicini vedevano le tue azioni positive verso tua madre ma il cielo leggeva i tuoi pensieri e sapeva che non vedevi l'ora che lei morisse". Con questo voglio dire che spesso facciamo azioni positive, mentre in noi albergano sentimenti negativi. Ciò è contraddittorio. Ed i risultati che otterremo non soddisferanno le nostre aspettative. Sembra strano, ma mentre girano su facebook continuamente links su links che condannano la guerra non passiamo neanche dieci minuti al giorno a pensare alla pace. Se per caso arrivasse la pace oggi stesso, ci troverebbe impreparati. Non sapremmo come muoverci nella nuova situazione e questa non durerebbe molto, probabilmente. Invece se ci abituassimo a pensare per un certo numero di minuti o di ore giornaliere a come sarà la nostra vita in un pianeta pacifico, probabilmente cominceremmo a costruire realmente quel tipo di situazione, perché anno dopo anno ci risulterebbe sempre più familiare.

Domandiamoci 'Sono pacifico?' 'Sono equo e solidale?' ‘Sto sentendo il valore dell'ambiente naturale intorno a me?' 'Sono felice?' E se la risposta è no, oppure 'In realtà vorrei eliminare metà della popolazione mondiale (riunendo tutti i gruppi che considero che si comportino male) ma non posso quindi cerco di modificare le cose attraverso il boicottaggio o altro', dovremmo fare qualcosa per ritrovare la serenità e per poter immaginare un pianeta che funzioni in armonia. L'azione viene dopo.

L'articolo ti è piaciuto? dagli visibilità Cliccando su OK!!