DI DAVID CORSICO
L’uomo moderno è avvolto sempre di più dal vortice del consumismo sfrenato. Assuefatto e contagiato da una pressione esterna invadente e costante, che limita le capacità individuali di consapevolezza del bisogno concreto. Non si accorge dell’indispensabile e vive aggrappato al superfluo. Convinto ormai, che il necessario per confrontarsi e apparire siano oggetti preziosi, macchine lussuose o tecnologie futuristiche.
Le priorità e i valori sembrano diventate merce di scambio da poter vendere o comprare dal rigattiere, piuttosto che cercarle nella ragione. Al posto della contemplazione l’uomo ha dato spazio a desideri controllati da bizzarre alchimie e seducenti sirene, perdendo di vista la grandezza intellettuale della scelta. Chi sono queste straordinarie ammaliatrici che ci guidano con un canto penetrante alla ricerca dell’eccesso? La pubblicità! Intesa come proposta di merce e come proposta di modi. Osservando tuttavia, che l’utilizzo di questa voce seduttrice ha una sua logica d’esistere, posso dire, che forse si è superato abbondantemente il limite della sua utilità e verità. L’utilità sta nella conoscenza e la verità sta nella garanzia.
Ma il freno a questo carro travolgente lo possiamo mettere noi? É una domanda difficile da esaudire senza una buona dose di equilibrio e volontà. Essere coscienti delle proprie possibilità e accettarsi per quello che siamo, è un buon inizio. Affrontando la vita con più naturalezza e meno tecnicismi. Non vergognarsi della timidezza e soverchiare questo stato proponendolo come un vanto. Scoprire l’ingenuità nascosta dalla finta coltre della sicurezza e trovare sicurezza nel disagio. Non amo parlare del passato paragonandolo al presente. Non amo dire che un tempo molto lontano, i valori erano migliori di questi valori, perché non la penso così, ma penso che, se ritroviamo il calore in un gioco infantile lasciando il cammino arduo della freddezza riscopriremmo i valori comuni della partecipazione. In altre parole, usiamo l’intelletto per capire i veri bisogni aiutandoci l’uno con l’altro in questo puzzle difficile che è la vita.