mercoledì 26 agosto 2009

Come Sfruttare le Differenze Ideologiche

...e limitare il peso delle scelte dal basso

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Un sistema effettivamente democratico tutela la serenità di esprimere qualsiasi tipo di ideologia senza limitare il peso sociale che hanno le singole soluzioni proposte dal basso. I regimi democratici che vogliono controllare le masse invece, incoraggiano e sfruttano la naturale divisione degli uomini in ideologie allo scopo di frammentare il peso politico delle singole soluzioni scelte dai cittadini. Nei sistemi democratici moderni, ad esempio, non abbiamo la possibilità di scegliere selettivamente soluzione per soluzione. Accettiamo tranquillamente di limitare le nostre facoltà di scelta esprimendo il voto per un “grande pentolone di soluzioni e concetti” espressi nello statuto di un partito.

In questa maniera non portiamo avanti, dall’ideazione alla realizzazione, ogni singola soluzione voluta dalla maggioranza perché la preferenza di ogni singolo cittadino, verso quella specifica soluzione, si troverà rappresentata in vari contenitori politici divisi per valori e ideologie spesso inconciliabili fra di loro e quindi senza possibilità di governare.

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Poi, una volta che si accetta di essere rappresentati da un partito diventa semplicissimo manipolare le volontà della maggioranza, sono sufficienti infatti, semplici accordi fra le poche persone che amministrano questi contenitori ideologici. Si possono anche rinnovare gli ingredienti del minestrone, il colore del pentolone e il suo nome, si cambia slogan e così si ridistribuiscono, di fatto, le nostre singole scelte nei vari pentoloni in modo che chi li amministra ne tragga più profitto.

Per capirci, se ad esempio tutti i cittadini rappresentati da due grandi contenitori ideologici e divisi da due valori opposti, fossero d’accordo su una comune soluzione, ad esempio sul fatto di non doversi fare controllare da un terzo contenitore che fa una politica di regime, questa soluzione si troverebbe sempre divisa in due contenitori per via delle enormi differenze ideologiche e quindi nessuna coalizione fra le due parti potrebbe mai avere una governabilità né un peso sufficiente per cambiare le cose. In questa maniera è molto più facile che i partiti più compatti, come possono essere quelli di un regime, si impongano e che le scelte dei cittadini non abbiano alcun peso.

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Nella gestione delle enormi risorse collettive, tutte le persone del mondo sono divise in “pentoloni” che raggruppano ognuno un vasto insieme di valori riguardanti ogni aspetto più importante delle questioni sociali. Non possiamo scegliere gli ingredienti del minestrone né il cuoco, ma dobbiamo “affidarci” al pentolone a cui siamo più affezionati e aspettare per qualche anno che qualcuno cucini la minestra. Mentre il mondo moderno si muove a velocità sempre più alte, cambiando le sue dinamiche e sollevando nuove problematiche nell’arco di mesi o giorni, noi deleghiamo ogni nostra scelta per anni e preghiamo che il piatto venga bene e possa risolvere nel futuro i nostri problemi. Non solo, attualmente il potere economico ha raggiunto una concentrazione tale da essere più influente di quello politico, quindi, i pentoloni a cui noi affidiamo le nostre risorse collettive sono amministrati, di fatto, con la spinta principale della massimizzazione del guadagno di alcuni privati e non con quella del benessere collettivo. Ecco perché le risorse collettive, anche se ci sono, sono accessibili per la maggior parte a pochi. Ogni soluzione politica e sociale, messa sotto una pressione così grande dall’apparato economico mondiale, rivela le sue minime imperfezioni, e ogni crepa viene dilaniata fino a cedere completamente al potere più grande. Non ha più senso, in questo contesto, attuare la strategia del “meno peggio”. Dobbiamo iniziare ad affrontare il problema alla sua radice, a mente aperta, mettendo in discussione, se necessario, anche i principi a cui siamo stati abituati da sempre. Altrimenti continueremo a apporre dei continui cambiamenti temporanei allungando i tempi per una soluzione definitiva. Insomma, la struttura politica convenzionale fa in maniera che la naturale diversità dei valori fra i cittadini sia un freno alla realizzazione delle soluzioni volute collettivamente, così la popolazione si abitua al fatto di doversi uniformare e coalizzare per avere voce nelle questioni sociali, peggiorando ancora di più la possibilità di partecipare dal basso.

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Per impedire che possa  venire sfruttata la differenza di ideologie basta semplicemente poter esprimere collettivamente le nostre preferenze verso ogni soluzione piuttosto che verso un gruppo di soluzioni orientando le nostre risorse verso l’attuazione delle soluzioni anziché verso i partiti, le ideologie o i “gruppi di soluzioni”. Scegliamo noi ogni singolo ingrediente alla volta, non limitiamoci a dare un consenso vago guardando solo il colore del pentolone e cedendo tutti i nostro averi al cuoco. Questo problema non è mai stato risolto definitivamente, per il semplice motivo che non abbiamo mai avuto a disposizione gli strumenti tecnici necessari per gestire direttamente ogni singola scelta su ampia scala. Oggi questi strumenti ci sono, e sono usati quotidianamente da milioni di singoli e organizzazioni. Abbiamo strumenti che permettono facilmente un’organizzazione dei singoli prima impossibile, possiamo persino diffondere idee e competenze, formare persone e mettere in comune strumenti e risorse… senza doverle “cedere” ad un contenitore di idee come è stato finora…

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All’inizio c’era il caos e le dittature del più forte sui più deboli, poi ci siamo radunati nelle piazze per decidere più democraticamente, nell’epoca moderna abbiamo avuto lo strumento del voto esprimendo la nostra preferenza verso i partiti… ed ora anche questo sistema sta rivelando i suoi limiti… L’evoluzione della partecipazione collettiva non si fermerà qui, i nuovi strumenti che abbiamo verranno presto utilizzati per risolvere i problemi che i vecchi metodi non sono più in grado di fronteggiare. I sistemi dove le differenze di valori devono frammentare per legge il peso di una soluzione che invece è condivisa, verranno naturalmente abbandonati perché non sono efficienti e non sono in gradi di rispondere alle esigenze della società moderna.

Abbandoniamo l’abitudine al “meno peggio” e teniamo in mente i semplici principi che favoriscono una soluzione definitiva, promuovendo ogni piccolo passo intermedio che ci avvicina alla nostra meta. Tutto questo non è il futuro, sta già accadendo e progredisce indipendentemente dal teatrino della politica.

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Se vogliamo veramente partecipare dobbiamo smettere di dare consensi ai contenitori ideologici ed attivarci da soli a utilizzare insieme le nostre risorse scegliendo direttamente le soluzioni.

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