giovedì 30 gennaio 2014

Tu Sei l'Inizio e la Fine dei Problemi

DI GIANPAOLO MARCUCCI


Il problema della nostra società può essere osservato da due punti di vista:

Dal primo, vediamo un responsabile del declino del mondo, un essere meschino ed egoista al potere, ai vertici di tutto, che pensando solo a se stesso agisce a discapito degli altri. Un potente manipolatore che per garantire la sua supremazia crea intorno a se un mondo di paura, desiderio inappagabile, isolamento, confusione, frustrazione.

Dall'altro punto di vista… questo essere sei tu. Sei tu quando ti arrabbi con qualcuno, sei tu quando hai paura, quando soffri e dai la colpa. Sei tu quando cerchi di passare avanti agli altri, di usarli per i tuoi scopi come oggetti. Sei tu quando dici: tu sei sbagliato, io giusto. Sei tu quando ami solo a "certe condizioni", sei tu quando cerchi i responsabili all'esterno di te per sentirti privo di responsabilità.

Possiamo anche continuare a cercare fuori da noi qualcosa che si trova dentro…lo stiamo già facendo, ma almeno facciamolo consapevolmente, magari poi va a finire che se lo guardiamo bene, ne comprendiamo l'assurdità, chi lo sa...forse smettiamo e iniziamo a occuparci del mondo.

Il problema della nostra società può essere osservato da due punti di vista, che poi sono lo stesso, l'unico che abbiamo.

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giovedì 23 gennaio 2014

Perchè la Politica Farà a Meno dei Politici

DI GIANLUCA RICCIO


In tempi difficili come questi le istanze popolari perdurano: negli ultimi 3 anni e mezzo gli unici sviluppi positivi per il nostro Paese sono venuti dai referendum. Con sempre maggior sorpresa di politici e studiosi dei flussi sociali, i movimenti di protesta politica si organizzano e si apprestano ad essere, grazie alla Rete, sempre più strutturati e ‘intelligenti’.
Un fenomeno tipico e di rilievo nella struttura dei movimenti popolari sempre più presenti (da quelli pacifici di protesta a quelli ‘rivoluzionari’ del Nord Africa) è la mancanza di un tradizionale leader: piuttosto si può investigare su un ‘marchio leader’, uno ‘scudo’ dietro il quale molti interessi convergenti trovano terreno comune per organizzarsi dal basso. Molti gruppi sostengono addirittura l’assenza di un leader. Perchè l’insistenza dei Media nella ricerca di un leader a tutti i costi o della demonizzazione ‘in toto’ di qualsivoglia gruppo organizzato di cittadini? La ragione è da cercare nel desiderio della ‘società analogica’ di comprendere meglio la natura e l’organizzazione dei gruppi: manca, in altre parole, la comprensione di un dato fondamentale: la tecnologia delle Reti e del Social Newtorking sta cambiando la politica.
Per molti tradizionali osservatori politici, la nozione secondo la quale un movimento politico possa crescere senza leaders è inconcepibile: senza un leader chi metteranno in copertina? E chi intervisteranno in tv? Sopratutto, chi negozierà con loro? Dopotutto, (Grillo compreso in Italia), ogni movimento precedente ha avuto una figura di riferimento: e allora come si spiegano i movimenti della Primavera Araba in Tunisia ed Egitto? La ragione di fondo è proprio nell’interpretazione di questi movimenti: essi non sono privi di leaders, anzi. Essi sono pieni di leaders. E’ una tipologia di leadership distribuita e totalmente diversa da quella che riteniamo di conoscere: non è verticale ma orizzontale, e si basa sulla ‘condivisione’ di un carisma sovrastrutturale: i meccanismi tecnologici permettono decisioni di gruppo valide ed efficaci (qualcuno ricorda ancora i Referendum su acqua e nucleare?).
Molti di noi vengono da generazioni che conoscono solo la vecchia concezione di leadership e abbiamo difficoltà a pensare al ‘comando’ come ad un fattore decisionale che può venire da una forma organizzata di intelligenza collettiva: tutto della nostra educazione (scuole, chiese, governi, aziende) ci porta a pensare che la leadership sia una forma di interazione ‘verticale’, dall’alto verso il basso, fatta di ordine da un lato ed obbedienza dall’altro. Il vecchio schema è: rispondi alle domande giuste, esegui gli ordini, fai gavetta e avanza in carriera. Oggi, tuttavia, viviamo in un mare di connessioni sociali ‘laterali’ che permette a ciascuno di collegarsi e condividere necessità e talenti in grado di soddisfarle. Le tradizionali istituzioni politiche appaiono in disgrazia, incapaci di riformare sé stesse e paralizzate dalla ricerca di continue sfide e di interessi particolari: il risultato è un’esplosione di movimenti cittadini che rivendicano il cambiamento sociale. Gli Indignados, per dirne uno su tutti: organizzazioni lenticolari nelle quali tutti sono equidistanti da un centro argomentativo, non c’è una piramide ma una sfera di interessi: in un sistema del genere se un nodo ‘cade’ ci sono altri pronti a sostituirlo e a farne le veci, e non i può fermarlo colpendo un ‘capo’.
Manchiamo di denaro, ma questa situazione potrebbe segnare un marcato aumento del nostro senso di responsabilità e (spero) l’abbandono di una mentalità delegante a favore di un approccio attivo e cooperativo nei confronti dei problemi. Se la Rete riuscirà in questo intento (superando le enormi resistenze lobbistiche presenti) la politica del futuro farà a meno dei politici di professione.

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lunedì 20 gennaio 2014

Se Non Partecipi Non Ti Lamentare: Intervista a Di Battista (M5S)

DI GIANPAOLO MARCUCCI


Vogliamo che qualcosa cambi! Che ci sia lavoro, che le aziende non chiudano, che gli ospedali funzionino, che i politici siano onesti, ma noi cosa facciamo affinché tutto questo si realizzi?

Lamentarci e criticare non serve a nulla se poi non ci mettiamo in prima linea investendo le nostre energie, le nostre risorse e il nostro tempo nella soluzione dei problemi che sentiamo come più urgenti. E' necessario smettere di sperare in un salvatore che con una bacchetta magica sistemerà le cose e iniziare a partecipare tutti insieme al cambiamento e alla gestione della cosa pubblica.

"Ricorda: se non sei parte della soluzione...sei parte del problema".


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giovedì 9 gennaio 2014

Il Reddito di Cittadinanza è una Bufala?

DI ANTONELLA PACELLA



In un momento così delicato per tantissime persone che hanno difficoltà a procurarsi anche i generi di prima necessità ci si chiede cosa può fare il diritto per garantire loro una vita dignitosa.

In una realtà legislativa in cui le tutele ai lavoratori rasentano scenari di fine ottocento, viene in soccorso la nostra Carta Costituzionale, ritenuta a ragione, una delle più belle al Mondo. L’articolo 36 dispone che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”. Ancora, all’articolo 3 si invita lo Stato a predisporre degli strumenti, atti a “rimuovere di fatto, ostacoli di ordine economico e sociale al fine di permettere lo sviluppo della persona umana” .

A tutto questo si aggiunge anche il richiamo del Consiglio d’Europa che nella raccomandazione del 24 giugno del 1992 ha sollecitato gli Stati membri “ a riconoscere, nell'ambito d'un dispositivo globale e coerente di lotta all'emarginazione sociale, il diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana e di adeguare di conseguenza, se e per quanto occorra, i propri sistemi di protezione sociale ai principi e agli orientamenti esposti in appresso”. Tale dispositivo viene chiamato comunemente Reddito di Cittadinanza o Reddito Base, così come teorizzato da Philippe Van Parijs e Yannick Vanderborgh esso consisterebbe in un “ un reddito versato da una comunità politica a tutti i suoi membri su base individuale senza controllo delle risorse né esigenza di contropartite” ed il principale degli obiettivi è quello di affrontare le situazioni di povertà garantendo un livello di reddito minimo.

Nei Paesi Bassi è già una realtà da anni, così come in Austria o in Norvegia. Il precursore in tema di sostegno al reddito è stata la Gran Bretagna con l 'Income Based Jobseeker's Allowance (JSA) con cui si garantisce una rendita individuale illimitata nel tempo, cui sono legate anche coperture per l’affitto, assegni familiari per il mantenimento dei figli e per coloro che hanno un lavoro che ammonta a meno di 16 ore settimanali. Gli spunti ci sono, al di là dei colori politici, bisognerebbe solo rendere tutto questo fattibile anche in Italia.


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giovedì 2 gennaio 2014

Le Regole degli Esperti della Disinformazione

DI GLOBAL RESEARCH
TRADUZIONE DI FABRIZIA BELTRAMONE


Prefazione: queste sono le regole che gli artisti della disinformazione usano per manipolare l'informazione e l'opinione pubblica per i propri scopi; una volta  a conoscenza di questi trucchi, sarai in grado di individuarli e potrai difenderti. Anche se hai già letto questa lista, potesti rimanere sorpreso da quanto sia utile rinfrescare la memoria!
  1. Non vedo, non sento, non parlo. Abbiate noncuranza verso ciò che sapete, non discutetene, soprattutto se siete personaggi pubblici, giornalisti, ecc. Se una notizia non viene diffusa non è mai successa e voi non dovrete fare i conti con le conseguenze.
  2. Siate increduli e indignati. Evitate di inserirvi in discussioni cruciali e, invece di focalizzavi sul punto focale, mostratevi critici a proposito del tema proposto. Questa è anche conosciuta come la mossa del “Come ti permetti!”.
  3. Diventate trafficanti di pettegolezzi. Evitate le discussioni descrivendo tutte le accuse, senza tener conto dei luoghi e delle prove, come mero gossip e attacchi selvaggi. Anche l’utilizzo di termini sprezzanti può funzionare. Questo metodo è efficace soprattutto se legato ad una stampa silenziosa, perché l’unico modo in cui il pubblico può apprendere i fatti è attraverso ‘discussioni discutibili’. Se potete associate il materiale a Internet, di modo che possiate certificare un pettegolezzo che non ha basi di fatto.
  4. Usate un diversivo. Trovate o inventatevi qualcosa che si opponga alle vostre argomentazioni, di modo che possiate annientarlo facilmente per mettervi in luce e offuscare l’opposizione. Oppure una discussione che possiate tranquillamente dichiarare esistente e basata sulla vostra interpretazione della discussione/situazione oppure scegliete gli aspetti più deboli delle accuse più deboli. Amplificate il loro significato e distruggetele in modo che tutte le accuse vengano smascherate, vere o inventate non importa, mentre evitate qualunque discussione che riguardi problemi reali.
  5. Apostrofate gli oppositori con nomignoli ridicoli; questo è anche conosciuto come il primo attacco messo in atto dal messaggero, anche se altri metodi giustificano varianti dello stesso. Associate gli oppositori a titoli impopolari, come ‘eccentrici’, ‘conservatori’, ‘liberali’, ‘di sinistra’, ‘terroristi’, ‘inventori di cospirazioni’, ‘radicali’, ‘filo-militari’, ‘razzisti’, ‘fanatici religiosi’, ‘deviati sessuali’, e così via. Questo farà si che gli altri temano di ricevere lo stesso trattamento e avrete modo di evitare con successo ogni dialogo.
  6. Colpite e fuggite. In un forum pubblico fate un breve attacco alla fazione opposta e poi datevela a gambe prima che qualsiasi risposta possa essere formulata, o, semplicemente, ignorate le risposte. Questo lavoro funziona benissimo su Internet e nelle lettere agli editori, dove una tranquilla corrente di nuove identità possono essere richiamate a piacimento senza dover fornire ragioni plausibili. Semplicemente fate un’accusa o un attacco qualunque, no discutete mai i problemi e no rispondete mai contestualmente al discorso, cosa che darebbe dignità al punto di vista dell’avversario.
  7. Contestate le motivazioni. Distorcete o  amplificate ogni fatto che possa sottintendere che l’opposizione si muove spinta da motivazioni personali e segrete o altre faziosità. Questo eviterà discussioni e obbligherà l’accusatore alla difensiva.
  8. Invocate le autorità. Associatevi o dichiaratevi come associato ad un’autorità e presentate le vostra argomentazioni con ‘dialettica’ e ‘minuzia’ per spiegare che voi siete ‘uno che ne sa’ e dite semplicemente che ‘non è così’, senza discuterne o dimostrare concretamente perché, né citare fonti certe.
  9. Mostratevi tonti. Non importa quanto sia evidente o logico l’argomento offerto, evitate di discutere, di ammettere che abbiano qualunque tipo di credibilità, di dare un senso alla situazione, di fornire qualunque tipo di prova, di arrivare ad un punto, di avere logica, di giungere ad una conclusione. Mixate il tutto a dovere per ottenere effetti migliori.
  10. Associate le accuse dei vostri oppositori a notizie vecchie. Un derivato del diversivo in cui, di solito, quando si tratta di discussioni su larga scala, qualcuno ne farà le spese, almeno nella fase iniziale, a proposito di qualcosa che può essere o è già stato affrontato. Quando può essere previsto, dal canto vostro innescate un diversivo e lasciate che venga affrontato come parte del piano alternativo iniziale. Le accuse che ne deriveranno, mancanti di validità, sono facilmente associabili all’accusa originale e liquidate in quanto rievocazione delle precedenti, senza fornire spiegazioni aggiuntive; molto meglio se l’opposizione è o è stata coinvolta con la fonte originale.
  11. Stabilite e contate su piani alternativi. Usate la discussione minore o gli elementi dei fatti, imboccate la ‘strada impervia’ e ‘confessate’ candidamente qualche innocente errore che avete commesso, dicendo che l’opposizione l’ha ingigantito vedendo l’opportunità di detonare una bomba e farlo apparire come un crimine terribile, ‘semplicemente non è così’. Altri potrebbero usare questa situazione a vostro favore in seguito. Se eseguito correttamente questo sistema può farvi acquistare punti e rispetto per essere ‘uscito allo scoperto’ e ‘aver ammesso’ i vostri sbagli senza sollevare un gran polverone.
  12. Gli enigmi non hanno soluzione. Annaspate nell'insieme di fatti che circondano il crimine e la moltitudine di personaggi ed eventi, dipingete il tutto come un affare troppo complesso per essere risolto. Questo farà sì che coloro che avrebbero potuto seguire la notizia perdano interesse velocemente, senza aver saputo della notizia in sé.
  13. Usate la logica di Alice nel Paese delle Meraviglie. Evitate discussioni a proposito del problema ragionando a posteriori, con apparenti deduzioni logiche in modo che non si possa avere nessun fatto materiale.
  14. Richiedete soluzioni complete. Evitate i problemi chiedendo all'opposizione di risolvere il crimine una volta per tutte, uno schema che funziona perfettamente per questioni che riguardano il punto 10.
  15. Riducete i fatti a conclusioni alternative. Questo richiede creatività a meno che il reato non fosse stato programmato con soluzioni alternative. 
  16. Vanificate prove e testimoni. Se non esiste, non è un fatto e voi non dovrete dimostrare nulla.
  17. Cambiate il soggetto. Di solito in connessione con uno degli schemi qui proposti, trovate un modo per far slittare la discussione con commenti aspri o controversi, sperando di deviare l’attenzione verso un nuovo, più gestibile argomento. Questo funziona molto bene con coloro che possono ‘discutere’ con voi a proposito del nuovo argomento e incentrare la discussione per evitare di discutere questioni chiave.
  18. Commuovete, contrariate e provocate l’opposizione. Se non potete fare nient’altro, rimproveratela e schernitela e fateli cadere in risposte emotive che tendono a farli sembrare degli sciocchi e non particolarmente motivati e, generalmente, rende le loro argomentazioni in qualche modo meno coerenti. Non solo eviterete discussioni su problemi di primaria importanza, ma, anche se il loro responso emotivo centra in pieno la questione, potete in seguito evitare di fronteggiarli dicendo che ‘le persone sensibili sono troppo critiche’.
  19. Ignorate le prove e richiedetene di impossibili. Questa potrebbe essere una variante del ‘sembrare tonti’. Fregatevene del materiale che potrebbe venir presentato dall’opposizione in un forum pubblico, dichiarate il materiale irrilevante e richiedete prove che sono impossibili da trovare (potrebbero esistere, ma non essere a disposizione oppure si tratta di qualcosa che potrebbe essere stato distrutto o essere sotto chiave, come l’arma dell’assassino). Per evitare discussioni potreste dover negare categoricamente ed asserire che i media e i libri sono le vostre fonti, rifiutare i testimoni o addirittura negare che le dichiarazioni del governo o di altre autorità abbiano un qualche significato o siano rilevanti.
  20. Prove false. Se possibile, introducete nuovi fatti o indizi e manipolateli per creare un conflitto con l’opposizione, usandoli per neutralizzare problematiche importanti o per impedire risoluzioni. Questo è molto efficace quando il reato è stato progettato con piani alternativi e i fatti non possono essere facilmente separati dall’ideazione.
  21. Interpellate un giudice, un PM o altri corpi investigativi dotati di potere. Portate i fatti a vostro vantaggio e neutralizzate ogni problema sensibile senza aprire discussioni. Una volta convocato, le prove e le testimonianze sono tenuti ad essere segrete e gestite con cura. Per esempio, se riuscite ad avere dalla vostra parte il PM potete star sicuri che il giudice non senta prove sufficienti e che quelle stesse prove siano sigillate per investigazioni future. Una volta che il verdetto favorevole (di solito questa tecnica viene applicata per far sì che il colpevole sia innocente, ma può anche essere usata per ottenere accuse quando si cerca di incastrare qualcuno) è archiviato, il fatto può considerarsi ufficialmente chiuso.
  22. Costruite nuove verità. Selezionate i vostri esperti, gruppi, autori, leader o qualunque tipo di influenza che possa fornirvi appoggio scientifico, investigativo o sociale, cercate dei testimoni che abbiano una buona parola per voi. In questo modo, se riuscite ad indirizzare la questione a vostro favore, potrete farlo in modo autoritario.
  23. Create distrazioni. Se tutto ciò che abbiamo detto finora non sembra funzionare per distrarre il pubblico dal problema reale o per evitare che i media si focalizzino su avvenimenti importanti come i processi, create un nuovo ciclo di storie per distrarre l’audience.
  24. Mettete a tacere le critiche. Se i metodi descritti sopra non funzionano, considerate la possibilità di far sparire definitivamente l’opposizione con alcuni stratagemmi per sradicare il problema alla radice. Questo può avvenire tramite la loro morte, l’arresto o la detenzione, per ricatto o in seguito alla distruzione della loro immagine pubblica, tramite il rilascio di informazioni private o, semplicemente, minacciando loro o i loro cari.
  25. Sparite. Se conoscete segreti o fatti illuminanti e pensate che la situazione si stia scaldando, per evitare discussioni, semplicemente sparite dalla circolazione.