lunedì 25 ottobre 2010

Il Limite è dei Numeri

DI GIANPAOLO MARCUCCI

fibonacci 

L’uomo è ossessionato dalla necessità di misurare. Lo desidera, non sa fare altro. In ogni cosa cerca un limite da definire. Se conosce un altro uomo, vuole sapere quanti anni ha, quanto è alto, quanto pesa, quanti fratelli possiede, dove abita, quanto guadagna. Non vuole sapere qual è il suo colore preferito, se gli piacciono i tramonti o le farfalle, vuole misurarlo, chiuderlo in un cassetto ed essere sereno di avere un nuovo sacchetto di numeri da contemplare all’occorrenza.

Pare che a questa necessità misuratrice dell’uomo non ci sia fine, “è una necessità del pensiero” e l’uomo, si sa, è ossessionato dal pensiero. Anche se non salta subito all’occhio, moltissime nostre inclinazioni derivano da questa propensione. Una di queste è la tendenza ad accumulare denaro ed oggetti, un’altra, quella che spinge a racchiudere la natura in figure geometriche. Tutti conoscete il bisogno di avere sempre più cifre sul proprio conto in banca o pantaloni nel proprio armadio; ma avete mai notato, osservando il paesaggio da dentro un aereo, che ciò che sancisce la presenza dell’uomo in un dato territorio è la geometria? Fermiamoci un attimo, però, e proviamo a guardare con più calma il nostro pianeta. Osservando la spontanea natura che ci circonda, quella non contaminata, quella che esisteva già migliaia di anni fa, e che continuerà ad esistere dopo di noi, siamo davvero in grado di trovare il limite di ogni cosa? Possiamo misurare un’onda? Asserire con certezza dove finisce l’oceano e comincia la spiaggia? Prendiamo come esempio un albero. La parte più visibile e superficiale di un albero è la foglia. Se volessimo rincorrere il limite, ci fionderemmo subito a misurarla. Quanto è lunga una foglia? E più lunga o più corta di quella accanto? E i rami? Il tronco? Bene, il misuratore che è in noi si è già messo in moto, abbiamo visualizzato la forma di una foglia, quella di un'altra foglia per fare paragoni di misura, quella dei rami, del tronco. Accendendo il computer che è nel nostro pensiero, siamo andati subito alla ricerca di numeri, forme, e abbiamo perso di vista la domanda situata a monte dell’esperienza. In natura, è lunga una foglia? Per dirlo con sicurezza dovremmo prima affermare che la foglia è un entità a se stante, separata dal ramo. Ma siamo in grado di indicare il punto esatto dove la foglia finisce e comincia il ramo? E il tronco? Le radici? Dove finiscono le radici e comincia la terra? Possiamo dire che una foglia di un albero è separata da un’altra foglia, seppur distante? Che un albero è separato da un altro albero? In natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma. Allora qual è il momento preciso in cui avviene una nascita, e da due persone, se ne forma una terza? Esiste questo momento? Sono realmente entità separate quelle persone?

Per cercare quello che di più vero e profondo riserva per noi il nostro bellissimo pianeta, dovremmo dare meno importanza ai numeri, i limiti e la loro misurazione, e concentrarci su domande più semplici, che non partono dal pensiero, ma dai nostri occhi. Nei momenti in cui il nostro tempo non è vincolato da imposizioni sociali, proviamo a soffermarci ad osservare la natura che ci circonda, è piena di spunti per i nostri sensi. E’ da li che possiamo far nascere qualcosa di veramente nuovo e creativo, per noi e per i nostri figli.

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