domenica 12 settembre 2010

Esercizi di Autostima

DI REBOOT

autostima

Ultimamente sembriamo affetti da un incantesimo collettivo che ci costringe ad agire in modo assurdo, contrario l’interesse della nostra stessa sopravvivenza. Il sintomo più acuto di questo squilibrio è la diffusa fascinazione per l’autodistruzione. Molti non solo se la augurano, ma sperano che avvenga in tempi brevi. Pensano che l’essere umano sia una brutta malattia da debellare. E lo dicono come se fosse una loro idea, un concetto che hanno elaborato spontaneamente, senza accorgersi che è solo la riproduzione automatica del pensiero dominante.

Come ogni trucco che si rispetti, il condizionamento culturale, cerca di dissimulare il suo artificio. La sua influenza è dissimulata dalla coerenza, dalla pervasività e dalla persistenza dei suoi messaggi. Il suo funzionamento è binario: se uno stimolo è coerente con esperienze del passato, lo accettiamo, se contraddice quello che sappiamo, lo scartiamo. Visto che tutti i messaggi che ci arrivano, fin dai primi anni di vita, ci offrono un’immagine coerente di noi stessi e del mondo, finiamo per credere che quella sia effettivamente la realtà. Il sistema culturale ha sempre esercitato questa funzione di controllo sui membri di una data società, ma gli sviluppi di scienza e tecnologia hanno amplificato la potenza e l’invadenza di questo condizionamento a livelli senza precedenti nella storia dell’umanità. Siamo continuamente assediati da messaggi di pericolo, violenza, lussuria, scarsità, competizione, stupidità. Queste idee definiscono la nostra quotidianità, incoraggiando e rinforzando tutte le peggiori potenzialità della natura umana. Il risultato è farci sentire inadeguati, deboli, isolati, insicuri, spaventati, arrabbiati, violenti, pericolosi e costantemente bisognosi. Pochi valutano la possibilità che la maggior parte di quello che “sappiamo” non abbia il minimo fondamento nella realtà, che anzi sia un’arbitraria convenzione tra nativi. La nostra cultura ha deciso che non esiste nulla oltre la materia e che la vita solo è un intercambiabile contenitore del nulla. La nostra cultura nega che l’uomo sia un essere fondamentalmente sociale, socievole e pacifico, perché le persone serene e padrone di sé, non si riescono a controllare facilmente, e la nostra cultura è quella dei “Masters of the Universe”. Eppure basta osservare la spontaneità e la fiducia senza riserve dei neonati per capire qual’è la natura originaria dell’essere umano. Basta aprire un manuale d’antropologia per verificare come molte culture indigene abbiano prosperato in armonia con se stesse e la natura per centinaia di anni - e molte lo farebbero ancora, se non fossero venute in contatto con la nostra. Questo significa che possiamo essere convinti a odiarci e diventare autodistruttivi, ma possiamo anche essere incoraggiati a volerci bene e vivere una vita sana e gratificante. Si tratta di una semplice scelta, qui e ora. Siamo creature senza valore, destinate ad essere schiavizzate, usate e brutalizzate dal più grosso, cattivo, insensibile e violento di noi? Oppure siamo esseri con una dignità e una bellezza innata, con talenti e creatività tali da permetterci d’inventarci vite imprevedibili, irripetibili e ricche di significato? La scelta è solo nostra. Anche se ci vogliono convincere del contrario, le nostre scelte individuali hanno un peso immenso, perché tendono inevitabilmente a rendere la società conforme alle nostre idee. Mai sentito parlare delle profezie che si auto-avverano? Essere responsabili della propria vita non è un evento che succede una volta per tutte, magari al compimento del diciottesimo anno, è un processo continuo. Si tratta d’essere quotidianamente attenti all’uso e abuso che facciamo di ogni nostro pensiero, parola e azione. Si tratta d’essere consapevoli dell’effetto che hanno su di noi e su quello che ci succede intorno e di valutare eventualmente alternative più desiderabili. E’ una disciplina che richiede dedizione, ma con un po’ d’allenamento, tutti ce la possiamo fare.

L’importante è non seguire l’esempio dei nostri leader o delegare ad altri la responsabilità del nostro benessere. Imparare ad esplorare e usare tutto il nostro potenziale umano non è una questione di fortuna, fede o QI, è unicamente una questione di QE (Quoziente Emotivo, capacità di sentire). Basta solo sentirsi vivi, continuare fortemente a voler vivere e prendersi cura di noi e di quello che abbiamo intorno. E’ tutto qua. Per cambiare serve solo desiderarlo, poi immaginarlo, poi farlo. Non è difficile. Just do it, lo dice anche la Nike.

Non è necessario che il 100% delle persone desideri una cosa per farla accadere al 100%. Poche persone sane sono in grado di guarire un numero molto maggiore di malati. E una sola verità può far crollare una montagna di bugie.

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