martedì 10 agosto 2010

Il Bullismo, La Violenza tra i Banchi di Scuola

DI VITTORIA LUCIANI

bullismo

Il bullismo è un fenomeno nascosto, spesso invisibile agli occhi degli insegnanti e dei genitori, che sempre più si sta diffondendo nelle scuole elementari e medie, come anche nelle scuole superiori.

Quando di parla di bullismo, si vuole indicare tutta una serie di comportamenti attraverso i quali un singolo individuo, o un gruppo di bambini o adolescenti, ripetutamente mette in atto una forma di oppressione nei confronti di un compagno, nel quale viene generata una condizione di grande sofferenza. Con il termine bullismo si fa riferimento sia al comportamento del prevaricatore, o persecutore, sia a quello della vittima, con particolare attenzione alla dinamica che tra loro viene a crearsi. Così accade che il persecutore, da solo o con la complicità di pochi compagni, si accanisca contro il più debole, deridendolo e umiliandolo davanti agli altri compagni, spintonandolo e aggredendolo con calci e pugni proprio quando nessuno li osserva, distruggendo il suo zaino, i suoi libri e i suoi quaderni di scuola. Tutto ciò va ben oltre il gioco e lo scherzo che a quest’età caratterizza in modo evidente il rapporto tra coetanei, proprio perché l’obiettivo ultimo è quello di umiliare e dominare il più debole, per dimostrare il proprio potere e la propria forza, sia attraverso il timore generato nella vittima, che l’ammirazione da parte degli altri compagni, che spesso rimangono in silenzio ad osservare. All’interno di questa dinamica vittima-persecutore, solitamente il bambino perseguitato sceglie di non chiedere aiuto né agli insegnanti, né ai suoi genitori, per il timore di una vendetta e per un forte vissuto di vergogna e senso di colpa, che spesso lo porta a percepirsi realmente come un individuo incapace, privo di ogni valore e dignità. Insieme a ciò, egli viene spesso definito come un bambino insicuro, pauroso, introverso, emotivo, ma soprattutto passivo e poco incline a reagire, come se nulla di grave gli fosse accaduto: proprio per queste sue caratteristiche, gli altri compagni provano poca ammirazione e simpatia per lui e ciò non può far altro che isolarlo sempre più e renderlo così un facile capro espiatorio. Ma da cosa ha origine tanta violenza e aggressività?

Molto spesso i “bulli” sono bambini e ragazzi cresciuti in contesti familiari scarsamente accoglienti ed empatici, caratterizzati da un alto livello di aggressività e disaccordo, soprattutto nel rapporto tra i loro genitori. Così essi, all’interno della loro famiglia, raramente hanno vissuto un rapporto soddisfacente, caratterizzato da un forte coinvolgimento affettivo da parte delle sue figure di riferimento: si ipotizza che questa mancata esperienza emotiva non permetta loro di costruire delle relazioni positive con i compagni e con gli insegnanti, ne di comprendere realmente l’aggressività ed il male che agiscono nei confronti dei più deboli. Insieme a ciò, probabilmente, fin da piccoli, non hanno ricevuto insegnamenti adeguati ed un contenimento emotivo necessario per imparare a gestire la propria aggressività e la propria oppositività. Genitori ed insegnanti dovrebbero attivarsi tempestivamente nel riconoscere i possibili comportamenti di bambini, vittime di compagni prepotenti e violenti, che tendono ad isolarsi nel gruppo classe.

Questa azione immediata permetterebbe anche di insegnare ai bambini che i più forti non possono liberamente opprimere gli individui più fragili, senza che nessuno impedisca tale fenomeno perché, al contrario, una mancanza di un simile intervento confermerebbe al bambino che il mondo esterno, come anche la scuola, funzionano proprio in questo modo, dove i più forti esercitano il potere assoluto sui più deboli.

FONTE: PAGINEBIMBO

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