giovedì 25 marzo 2010

Soluzioni a Portata di Mano

DI JO

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Nuove elezioni stessi problemi. La corsa alle prossime elezioni ha sollevato una nuova mole di problematiche e polemiche che tutti ben conosciamo: mi riferisco a tutta la questione liste della Polverini e di Formigoni. Non è di questo però che ho voglia di scrivere adesso, anche perché l'argomento è già abbastanza sviluppato ovunque nella sua complessità e serietà. Quello su cui voglio soffermarmi invece è lo spreco elettorale che ad ogni tornata si ripresenta e su cui tutti gli schieramenti tacciono nel tentativo di occultarne l'evidenza all'opinione pubblica. Le varie campagne elettorali costano alla società cifre assurde specie se pensate in correlazione con i problemi che potrebbero essere risolti, o per lo meno affrontati, se quei soldi venissero utilizzati in modo efficace anziché come mero "investimento" ad opera degli imprenditori della politica.

Tra tutti penso al danno ambientale e civico che un'elezione porta in città, resa invivibile e sciatta dalle tonnellate di carta dei manifesti con i "faccioni" sorridenti, ammiccanti e promettenti. "Lasagne Elettorali" questo il termine con cui vengono chiamati quegli ammassi di carta e colla che si trovano sui bordi delle strade; nome che rende bene idea dello scempio. In passato per arrotondare io stesso ho fatto l'attacchino, cioè affiggevo manifesti elettorali per conto di vari politici. Lo schifo parte proprio da lì: il politico in persona (il suo comitato elettorale o il lacchè di turno che lo aiutava nella campagna) dava a noi un ordine chiaro: farsi vedere! Non importava in che modo, ma saremmo stati pagati meglio e riassunti la volta seguente se avessimo dimostrato di dar visibilità al faccione. Chiaro che per farlo dovevamo infrangere ogni normativa che salvaguardasse il territorio e regolamentasse l'affissione. Quindi battaglia nell'imbrattare il più possibile, nei posti meno accessibili e più in vista. Si, esistono sanzioni per chi commette questi reati, ma il politico promette copertura e, di fatto, non esiste controllo... Ma non basta: oltre alla regolamentazione delle affissioni esiste una legge che condona chi non la rispetta. I partiti pagano una mora irrisoria e preventiva di 100 euro per garantirsi "l'immunità ambientale". Il solito vortice speculativo in cui tutti rimangono immischiati e tutti sono al tempo stesso rei e vittime.

Come sempre la soluzione è a portata di mano e talmente tanto semplice... da non essere applicata, chissà poi perché. Addirittura ne esistono di molteplici, alcune veramente elementari. I comuni mettono a disposizione le plance elettorali su cui, e solo su cui, dovrebbero essere affissi i manifesti, ma i partiti vengono lasciati liberi di affiggere nel modo che ritengono opportuno e allora diventa lampante che se uno riuscisse a coprire tutte le plance di continuo con la sua effige avrebbe di fatto la vittoria in pugno... quindi chi più investe (imbratta e spreca) più ottiene come "guadagno" elettorale. E se invece si facesse così: una plancia elettorale per ogni candidato con un manifesto, uno solo, per plancia. Tutti avrebbero la stessa visibilità, dando forza al principio democratico, con risparmio economico, tutela ambientale e salvaguardia civica. La battaglia a questo punto si sposterebbe sui programmi... finalmente. Chiaro andrebbe tolto il condono e fatta una severa opera di controllo sui trasgressori. Si potrebbe addirittura far meglio: oggi esiste la possibilità di mettere degli stand nelle piazze e fare campagna elettorale inviando foto, spot e linee del programma tramite tecnologia Bluetooth direttamente sui cellulari degli elettori interessati. Una maggiore occasione per i politici di spiegare le proprie ragioni con risparmio di denaro pubblico e ad impatto ambientale zero. Ripeto: totalmente eco-compatibile. Tutto questo però rimane un sogno finché non esisterà la certezza del diritto e finché una norma potrà tranquillamente essere aggirata; finché sarà più comodo e conveniente non rispettare le leggi.