lunedì 28 dicembre 2009

Sensibilità

di jiddu krishnamurti

Moon_over_wheat_fields

Era un bel muro sottile quello che divideva il bel giardino dal villaggio pulsante. Negare la bruttezza e attenersi al bello vuol dire essere insensibili. La coltivazione dell'opposto deve sempre restringere la mente e limitare il cuore. La virtù non è un opposto; e se ha un opposto, cessa di essere virtù. Accorgersi della bellezza di quel villaggio vuol dire essere sensibili al verde giardino fiorito. Noi vogliamo accorgerci soltanto della bellezza e ci appartiamo da ciò che non è bello. Questa soppressione semplicemente genera insensibilità, non determina l'apprezzamento della bellezza. Il bene non sta nel giardino, lontano dal villaggio, ma nella sensibilità che si trova al di là di entrambi. Negare o identificare porta alla ristrettezza, che è insensibilità. La sensibilità non è cosa da coltivarsi con cura della mente, la quale può soltanto dividere e dominare. C'è bene e male, ma cercare l'uno ed evitare l'altro non conduce a quella sensibilità che è essenziale per l'esistenza della realtà.

La realtà non è l'opposto dell'illusione, del falso, e se cercate di affrontarla come opposto, essa non verrà mai in essere. La realtà può essere soltanto quando cessano gli opposti. Condannare o identificare genera il conflitto degli opposti e il conflitto non può dar vita che a ulteriori conflitti. Un fatto affrontato senza emozione, senza negare o giustificare, non porta conflitto. Un fatto in sé non ha opposto; ha un opposto solo quando c'è un atteggiamento gradevole o difensivo. E' questo atteggiamento che erige le muraglie dell'insensibilità e distrugge l'azione. Se preferiamo rimanere nel giardino, c'è resistenza al villaggio; e dove c'è resistenza non può esservi azione, tanto nel giardino quanto verso il villaggio. Può esservi attività, ma non azione. Le idee hanno opposti e il movimento in seno agli opposti è mera attività, per prolungata o modificata che sia. L'attività non può mai essere liberatrice.

L'attività ha un passato e un futuro, ma non l'azione. L'azione è sempre nel presente ed è pertanto immediata. La riforma è attività, non azione, e ciò che è riformato necessita ulteriore riforma. La riforma è inazione, un'attività nata come opposto. L'azione è di momento in momento, e, strana cosa, non ha contraddizione inerente; ma l'attività, sebbene possa apparire integra, senza fratture, è piena di contraddizione. L'attività della rivoluzione è crivellata di contraddizioni e così non può mai liberare. Il conflitto, la scelta, non possono mai essere un elemento di liberazione. Se v'è scelta, c'è attività e non azione; perché la scelta si basa sull'idea. La mente può indugiare all'attività, ma non può agire. L'azione scaturisce da una fonte totalmente diversa.

La luna saliva sopra il villaggio, formando ombre attraverso il giardino.

L'articolo ti è piaciuto? dagli visibilità Cliccando su OK!!

domenica 20 dicembre 2009

Le Abitudini di Massa come Strumento di Controllo

DI MARCO CANESTRARI

citta-in-gabbia

La possibilità di gestire le mode e le culture di una popolazione è alla base del moderno potere economico e politico. Una maniera molto profonda di controllare i consensi delle masse e di limitarne il rinnovamento è quella di farle abituare a dei comportamenti piacevoli che siano il più possibile continuati nel tempo. Si inizia sempre con abitudini leggere e attraenti fino ad arrivare a delineare degli schemi di comportamento che siano influenzabili dall’alto. Una volta che si crea una tendenza a cui un enorme massa di persone preferisce non rinunciare, allora si è instaurata una sorta di dipendenza. Gran parte del controllo sulla popolazione nasce dalla prevedibilità di questo consenso.

UN PICCOLO PIACERE
IN CAMBIO DI UN PICCOLO IMPEGNO

Per perseguire questo scopo, tutte le grandi iniziative che ci verranno proposte, oltre ad essere attraenti, richiederanno anche un nostro impegno futuro. Avremo gratis una carta ricaricabile per ogni aspetto della vita. Gli abbonamenti e i finanziamenti saranno sempre più convenienti rispetto al pagamento singolo in contanti. Avremo sempre più vincoli futuri e sempre meno tempo per poter valutare le altre offerte, che, tra l’altro, si assomiglieranno sempre di più.

adbusters1

I media, dal canto loro, proporranno continuamente ogni aspetto di questa cultura che tutti impareremo a conoscere ed imitare. Le fasce più deboli ed influenzabili non si sentiranno più a loro agio se non raggiungeranno i livelli di ricchezza materiale e di approvazione sociale imposti dall’alto. La competitività e l’aggressività saranno solo alcune delle reazioni sociali alla situazione di diffuso disagio interiore. In pubblico invece, si continuerà fino all’ultimo a mettere in mostra una bella facciata in linea con le tendenze imposte dall’alto, creando così un forte contrasto fra quello che siamo veramente e quello che ci sentiamo spinti a dover sembrare. Più la nostra esistenza diventa vuota e insoddisfacente, più facilmente continueremo a seguire e difendere le poche abitudini piacevoli che abbiamo, magari anche virtuali. Possiamo addirittura smettere di cercare soluzioni ai nostri problemi e alienarci nell’immaginario di una perfetta seconda vita virtuale come nei giochi del genere di Second Life.

Anche nella rete si progettano piattaforme che facciano impegnare emotivamente l’utente nel futuro. Ad esempio, se non si accede a Farmville per un certo periodo di tempo, si brucia il raccolto virtuale e non si può più fare bella figura con i propri contatti. All’inizio basta dedicargli due minuti al giorno, ma una volta acquisita una certa dipendenza sarà l’ingegnere che progetta il gioco a decidere se gli utenti dovranno utilizzare quell’applicazione per 5 o 10 minuti al giorno, magari aggiungendo una nuova strepitosa attrattiva a cui non si può rinunciare. Va da se, che il tempo che passano milioni di utenti su una determinata piattaforma viene immediatamente tradotto in denaro sfruttando le maniere più diverse.

Insomma, per poter controllare le masse ogni attività deve trasformarsi sempre di più in un routine da ripetere nel tempo. Vengono pensati per noi degli stili di vita piacevoli e attraenti ma che richiedono qualche tipo di legame. Quando una parte di popolazione acquisirà un certo fastidio ad abbandonare questi comportamenti, allora chi ha il potere di determinare quei vincoli inizierà a modificarli verso una moda sempre più attraente e allo stesso tempo più impegnativa. Si viene così a creare una fitta rete di dipendenze e anche di impegni da mantenere che può facilmente venire manipolata dall’alto per preparare il terreno a nuovi guadagni su ampissima scala. Il vantaggio economico o politico sotto questa ottica non presentano differenze: Controllando l’intera rete di vincoli e di abitudini si può influenzare qualsiasi tipo di consenso futuro. Le iniziative commerciali e politiche che avranno più successo saranno infatti, quelle che tengono il soggetto finale più legato e coinvolto, su cui passa più tempo e investe più energia.

i-love-shopping

IL BOICOTTAGGIO NON E' SUFFIFICENTE

Non avverrà mai un cambiamento generale contro le abitudini e il consenso delle masse. A parte casi particolari, le grandi masse non si muovono mai verso ciò che è scomodo e istintivamente meno attraente. Nessun ragionamento razionale potrà mai forzare le masse a smettere di difendere una moda che procura una certa soddisfazione. Per questo lo strumento del Boicottaggio è inefficiente: se fatto contro le abitudini della massa sarebbe come imporre a qualcuno di smettere di fumare o cercare di fargli lasciare il fidanzato violento. Anche le azioni dannose sono difficili da abbandonare quando abbiamo acquisito un coinvolgimento emotivo verso di esse. Staccarsi dall’abitudine piacevole procura un fastidio che la ragione da sola non può colmare. L’arma del Boicottaggio, ovvero quella del “non guardare quel canale” o del “non acquistare quel prodotto”, sotto questo aspetto è estremamente limitata perché si scontra con una marea umana che difende la libertà di scegliere il suo comportamento piacevole.

catena

COME POSSIAMO DIFENDERCI?
NON PRENDIAMO IMPEGNI

Diffondiamo a tutti queste conoscenze e evitiamo di fare scelte che prevedono impegni o dipendenze a lungo termine. Lasciamoci sempre la libertà e il tempo di decidere valutando in ogni momento le nuove opportunità. Facciamo conoscere a tutti come si può utilizzare la rete per reperire le più diverse informazioni e soprattutto proponiamo delle abitudini alternative sane e meno controllabili dall’alto. Una persona che vive la sua vita in maniera piena e soddisfacente è molto meno soggetta ad essere abbagliata dalle facili attrattive che gli vengono proposte. Cerchiamo di evitare che i giovani di domani crescano con la dipendenza dalla tv e con il problema dello shopping compulsivo. Mostriamogli da ora che esistono anche altri modi di vivere altrettanto piacevoli che non si basino solo sulla necessità di mostrarsi alla moda, o di diventare ricchi e famosi a scapito del prossimo.

bambini_2

L'articolo ti è piaciuto? dagli visibilità Cliccando su OK!!